JON KABAT ZINN – INCONTRO LIVE STREAMING 31 MARZO 2020

COLTIVARE LA MINDFULNESS DURANTE I MOMENTI CRITICI, Jon Kabat Zinn

 

 

Ciao a tutti. Sono le due qui da me ed è quindi ora di iniziare questa nostra sessione.
Ci siamo dedicati un’ora al giorno la settimana scorsa e abbiamo condiviso questa capacità di essere da soli ma insieme, per sfruttare appieno questo momento e dedicarci alla pratica della meditazione anche nella nostra vita quotidiana. Nel nostro sforzo forse di costruire quasi un ritiro forzato e mantenere allo stesso tempo questa connessione tra di noi.
Quel che ho piacere di dirvi è che per me questa è una nuova esperienza, una nuova curva di apprendimento, perché normalmente io sono abituato a relazionarmi con persone che conosco di persona, molto più che on-line. Ma uno degli elementi che più appare importante è che in questo momento la tecnologia ci ha consentito di essere tutti qui insieme; abbiamo tutti fatto la scelta di stare qui insieme e di rendere insieme questa esperienza una realtà. Questo è un esempio di quanto siano interconnessi i nostri cuori e le nostre intenzioni e le nostre diverse aspirazioni… siamo uguali tra tutti i paesi, e quelli che sono rappresentati qui sono molti.
Ogni giorno potremmo avere abitudini lievemente diverse, delle attività quotidiane diverse, ma potremmo star per svolgere la meditazione in una delle solite stanze in cui viviamo.  Prendiamoci un po’ di tempo per stabilire ancora una volta con intenzionalità  un’attenzione a noi stessi, in una postura che in carni l’essere vigili e al tempo stesso la dignità e la sicurezza.

Ovunque tu ti trovi, qualunque siano le circostanze e le esperienze che stai vivendo in questo momento,  lasciati l’opportunità di sentire il corpo seduto qui che respira e si riposa semplicemente nella consapevolezza del respiro.

Resta nell’esperienza dell’aria che entra e che esce dal corpo e fai amicizia con il silenzio che è qui, il silenzio è qui, sotto le mie parole e nel vasto silenzio dentro di te, nell’immobilità di cui stavamo parlando ieri… quando abbiamo parlato dei pensieri e delle emozioni come onde sulla superficie dell’oceano e che talvolta possono essere molto turbolente, ed a volte estremamente potenti. Eppure se cadiamo sotto la superficie ci sono dolci ondulazioni e quiete… questo è altrettanto vero per la nostra consapevolezza. Forse è molto più vero per la consapevolezza di quanto non lo sia per l’oceano. Quindi anche in mezzo la piena catastrofe della condizione umana che stiamo vivendo, certamente possiamo essere in grado riprendere i nostri posti e prendere una posizione in relazione a ciò che sta succedendo, alla turbolenza e alle sfide che stanno toccando tutti noi. Cerchiamo una sorta di ” dominio ” fatto di forza, chiarezza, stabilità è calma. Non una fuga. La fuga non è una risorsa. Ma capiamo come meglio possiamo affrontare ogni singola sfida, grande piccola che sia, tutte le sfide che sono all’orizzonte per noi, che sono sui nostri volti.

Proprio ora è così, risposiamo in questo silenzio e in questo essere vigili. Come abbiamo fatto ieri sui sensi del corpo, così in questa seduta di meditazione, restando seduti qui, respirando e cavalcando le onde delle sensazioni momento per momento, per momento, e respiro per respiro, per respiro.

Lasciamo che gli occhi siano chiusi e qualsiasi siano le sensazioni che stiamo sentendo, continuiamo a stabilizzare la nostra attenzione.

Magari per chi è ancora nuovo alla pratica, ho solo un piccolo promemoria da fare: la mente ha una vita propria e non è necessariamente che restando concentrati, in qualche modo, sul respiro nel corpo, la mente resterà ferma. Prima o poi la mente si muoverà. Questo accade soprattutto nel bel mezzo di forti emozioni. L’istruzione molto importante e illuminante da seguire, è che questo non è un problema! Non è un problema quando la mente lascia l’oggetto della nostra attenzione e se ne va da qualche altra parte. Anzi, questa è la dimostrazione che le nostre menti stanno espandendo il curriculum di quali bisogni vogliamo che siano abbracciati in questo momento. Così osserviamo cosa c’è nelle nostre menti e se notiamo che non è più sul respiro nel corpo, notiamo solo cosa c’è nella nostre menti e la valenza emotiva che ha, quanto è forte.. magari appare qualcosa nel corpo come tensione, o come contrazione, o come energia di un tipo o di un altro tipo, dove si trova …  tutto ciò può accadere in pochi istanti. Semplicemente riconosciamo dove si trova la mente, cosa si manifesta nel corpo e poi lasciamo solo che sia tutto così com’è, torniamo alle sensazioni del respiro e lo portiamo nuovamente al centro della nostra consapevolezza.

Proprio come l’esercizio di un muscolo, questa volontà potrebbe comportare molte ripetizioni, potrebbe andare avanti all’infinito… ogni volta con un’enorme quantità di pazienza e ancora pazienza …  cosa c’è nella mente e quali sono gli effetti che potrebbe avere il corpo qualunque essi siano. Semplicemente ancoriamoci alla consapevolezza del corpo seduto qui, in una postura dignitosa e eretta, oppure disteso e sdraiato… qualunque sia la posizione stiamo adottando… respiriamo…  questo è ciò che più conta, perché non si tratta semplicemente del respiro che stiamo usando,  ma stiamo usando il respiro per ancorare e allenare la nostra capacità di partecipare al momento presente; stiamo usando il respiro per qualcosa di molto più grande, significa fidarsi totalmente della nostra consapevolezza, che può abbracciare e sostenere tutto. Rendendoci più disponibili ed accoglienti a ogni esperienza, questi aspetti sono veramente liberatori, trasformativi, e ci danno veramente nuovi gradi di libertà per essere in relazione anche con le esperienze molto difficili, e con le sfide impegnative e indesiderate. Abitando così lo spazio della consapevolezza, momento per momento per momento, e allo stesso tempo usando il primato delle sensazioni del respiro e il senso del corpo nella sua interezza,ancoriamoci in questa vasta dimensionalità della consapevolezza umana che è già nostra sin dalla nascita… quindi non dobbiamo acquisirla, dobbiamo solo accedervi, con un’apertura più ampia possibile.

Proprio in questo momento arriva solo questo respiro e poi solo questo respiro  lascia il corpo… solo questo riposo … in questo momento senza tempo chiamiamo oggi la consapevolezza delle “informazioni” … solo per ora lasciamo andare il futuro, incluso anche i momenti ancora successivi; lasciamo andare il passato e tutto ciò che è venuto ancora prima. Abitiamo il momento presente… come se la nostra stessa vita dipendesse davvero da noi, da noi… e se fosse così, la cosa più importante sarebbe solo sintonizzarci su questo progetto in modo profondo.

Forse lo avevamo semplicemente intuito, ma in qualche modo, in profondità lo sapevamo già.

Le nostre vite dipendono da questo, non abbiamo cose migliore da fare di diverso da questo!