COLTIVARE LA MEDITAZIONE DELLA CONSAPEVOLEZZA DURANTE I MOMENTI CRITICI, con Jon Kabat Zinn
Sia che siate nuovi alla pratica della meditazione o che stiate praticando da molti anni
siete i benvenuti! Queste due settimane hanno rappresentato per me un’importante
occasione di incontro con persone provenienti da tutto il mondo, persone completamente
nuove a questa pratica, persone che meditano praticamente da sempre, insegnanti di meditazione, bambini che semplicemente si trovano con i propri genitori e cercano di capire che cosa sta accadendo… Partecipare a queste sessioni è un assoluto piacere! È come se tra tutti noi si fosse creata una forma di collaborazione per poter praticare insieme, per sostenersi l’un l’altro, sia nei momenti di silenzio che durante le conversazioni. Anche i piccoli gruppi che abbiamo istituito per alcuni giorni di questa settimana hanno rappresentato la nascita di una vera e propria comunità, che mi ha fatto sentire supportato da tutti voi.
Ancora una volta l’invito è di utilizzare tutto questo al meglio che potete. Tutti noi ci troviamo in situazioni così diverse, e tuttavia la bellezza della pratica della meditazione consta proprio nella dimensione universale del Dharma, che è sempre disponibile per ognuno di noi anche se in maniera differente. Ciascuno deve cercare di comprendere cosa è utile per se stesso, perché non esistono due persone identiche, persino i fratelli gemelli non sono identici. Ancora una volta il mio invito è quello di comprendere e di riconoscere che avete avuto il tempo e la possibilità di partecipare a questa sessione, di comprendere che questa stessa motivazione è già di per se’ profondamente sana. Perché mentre tutti noi siamo in qualche modo “segregati” nelle nostre case, allo stesso tempo coltiviamo insieme l’intenzione di
essere consapevoli, di praticare la Mindfulness, e la Mindfulness non è qualcosa che si può ottenere, al contrario è qualcosa a cui noi ci “invitiamo”.
La scorsa settimana abbiamo sperimentato durante la pratica la consapevolezza dei suoni e degli spazi che ci sono tra i suoni, e abbiamo compreso come l’udito è sempre presente, in quanto non abbiamo la possibilità di chiudere le nostre orecchie o di mettervi dei sigilli. Allo stesso modo funziona la consapevolezza, che è sempre qui, è sempre presente, la domanda che dobbiamo porci è se la stiamo esercitando o meno.
E dunque ancora una volta, come se fosse la prima volta, assumiamo una postura che incarni il risveglio, l’intenzionalità e la dignità di essere chi siamo, la dignità della nostra umanità. Disponiamo il nostro corpo in modo tale da riuscire a sentirlo dall’interno. Non stiamo cercando di creare o di idealizzare nessuna particolare forma di seduta o di postura, semplicemente assumete qualsiasi postura in cui possiate sentirvi veramente e autenticamente presenti. E cercate di notare, attraverso la consapevolezza, tutto ciò che c’è nella vostra stanza: lo schermo del computer, la mia voce, sia che siate da soli o che siate con altre persone, per ora l’invito è semplicemente di immergervi completamente in questo momento, di non escludere niente, così come non escludiamo i suoni, ma di ricevere la realtà di questo momento così com’è, attraverso la vostra capacità di assistere a ciò che sta accadendo, momento dopo momento, sentendo il corpo, e sentendo il respiro quando entra e quando esce dal corpo. Questo respiro che noi diamo per scontato, fino al momento in cui effettivamente non possiamo respirare. Sentendo la profonda gratitudine per essere tenuti in vita da questo respiro, navigando sulle onde di esso, nella piena consapevolezza, essendo presenti momento dopo momento, dopo momento; respiro dopo respiro.
Nella vita che si svolge nell’insieme delle vostre
esperienze, con i suoni e i pensieri, e qualunque altra cosa stia succedendo nelle vostre case. Va bene sia che teniate gli occhi chiusi che aperti, non c’è bisogno di fare nessuno
sforzo, o di sentirsi di essere stati bravi, ma semplicemente sentendo il respiro che entra e che esce. E ogni volta che vi distraete potete tornare di nuovo al vostro respiro, e
ricominciare ancora una volta, e ancora, e ancora. Ogni inspirazione è in un certo senso un nuovo inizio, che significa semplicemente lasciare che le cose siano così come sono.
E dato che siamo nel mezzo di una pandemia e le nostre vite sono state messe sotto
sopra nei più disparati modi, il mio non è un invito a non avere in mente alcun pensiero.
Stiamo tutti facendo del nostro meglio, senza cercare di idealizzare nessuno stato d’animo
in particolare, perché la consapevolezza è assolutamente imparziale rispetto ai nostri stati
d’animo. La consapevolezza avrebbe un valore davvero infimo se dipendesse dalle
condizioni e delle cause esterne. Non dobbiamo idealizzare alcuno stato d’animo in
particolare, piuttosto dobbiamo ricordare a noi stessi che non c’è nessun posto dove
andare, niente di speciale da fare o da raggiungere, siamo già tutti completi in questo
momento, indipendentemente dalle condizioni esterne che sono ora così terrificanti.
C’è solamente questo respiro a cui possiamo tornare ogni volta, e non è il respiro ad
essere importante in se’, quanto la consapevolezza. Il respiro è semplicemente l’oggetto
della nostra attenzione, è l’oggetto che portiamo al centro della nostra consapevolezza, è
un modo per imparare a prendere dimora nella consapevolezza, indipendentemente dalle
circostanze.
E così, quando la mente se ne va per conto suo, riconoscete cosa c’è in essa, lasciate che
tutto sia così com’è, non respingete via niente, non inseguitelo, non riportatelo indietro. È
come esercitare un muscolo, come lavorare con la resistenza di un peso, perché la mente
va via e voi la riportate indietro, va di nuovo via e voi la riportate indietro, più e più volte, e
ad un certo punto la mente andrà via e voi non vorrete più riportarla indietro, ed è qui che
entrano in gioco la disciplina e la saggezza! Si tratta di un lavoro simile a quello del
sollevamento pesi, in cui dopo l’allenamento i muscoli cominciano a crescere. E qui ciò
che cresce è la vostra capacità di accesso alla saggezza e alla consapevolezza, che in
realtà sono sempre state qui presenti. E la vostra saggezza e la vostra consapevolezza
sono degne di fiducia, rappresentano una parte della vostra vita su cui potete davvero
contare, che possono rendere le cose molto più facili per affrontare i problemi e le
inevitabili sfide di questo periodo così difficile.
E quindi riposiamo nella consapevolezza sentendo le sensazioni del respiro come
un’ancora nell’involucro della nostra stessa pelle, ovunque noi siamo, in qualunque
emisfero o Paese ci troviamo, perché siamo tutti insieme e il vostro essere qui è un
supporto per tutti gli altri.
E per i minuti che restano di questa sessione di meditazione proviamo a giocare con la
possibilità di portare nella consapevolezza le persone che avete amato di più al mondo,
tenendole semplicemente nel vostro cuore mentre continuate a restare seduti e a
respirare. Riconoscendo la bellezza e certamente a volte la complessità di queste
relazioni. Scoprendo come potete aprire maggiormente i vostri cuori, senza ricadere nelle
idee, nelle opinioni, nei pensieri e nei desideri, semplicemente amando e abbracciando le
persone che più amate con affettuosa gentilezza. Possiamo respirare con queste persone
che sono avvolte nello splendore del nostro amore, anche se a volte ci fanno diventare
matti! E tra le persone che amate naturalmente ci siete anche voi stessi, anche voi siinclusi in quell’amore, anche se a volte noi siamo il nostro peggior nemico. Dunque smettiamola di rimproverarci, al contrario invitiamo noi stessi a far parte di questa gentilezza amorevole, di questa consapevolezza che include la nostra bellezza, il nostro essere unici, e nostre caratteristiche che sono belle, incantevoli e degne per il fatto di essere semplicemente voi stessi, di essere semplicemente umani, con tutti i difetti e tutto quello che siamo.
E proprio come una luce che si irradia in tutte le direzioni, lasciate che questa sensazione si propaghi ovunque, fuori dal petto, fuori dall’addome, fuori dal vostro corpo, in modo che
possa avvolgere tutti gli esseri viventi, riposando così in questa sconfinata luminosità che è allo stesso tempo un campo di forza, di tenerezza, di gentilezza amorevole, di consapevolezza fuori dal tempo, che si irradia in tutte le direzioni.
Che tutti gli esseri viventi possano essere al sicuro dai danni interni ed esterni, specialmente durante questo periodo terrificante che ha dissestato la vita di tutti, di alcuni sicuramente più di altri. Che noi tutti possiamo essere sani, e liberi dallo stress, e più saggi, più capaci di rispondere alle sollecitazioni, invece di reagire. Che tutti noi possiamo ritrovare anche solo una minima dose di consapevolezza in più. Che tutti noi possiamo imparare a vivere su questo pianeta riconoscendo la bellezza di ogni essere vivente e le
fondamenta necessarie per vivere in questo mondo in maniera soddisfacente: un alloggio in cui vivere, il cibo, e naturalmente l’amore.
Spero che ogni mattina stiate riuscendo, anche mentre siete ancora a letto prima di alzarvi, a restare nel momento presente in maniera consapevole. Si tratta di un radicale atto di sanità mentale in un momento come questo, di un atto totale di amore per scoprire quale sia il fulcro, il centro dove trovare noi stessi, in modo da poter ridurre al minimo i danni e massimizzare il bene, non solo per noi stessi, ma per tutti gli esseri, e in special modo per quelli che soffrono di più, per quelli che hanno meno, per quelli che si trovano esposti a maggiori rischi. Questa è la lezione da imparare se vogliamo che la vita su questo pianeta vada avanti in maniera sostenibile per l’umanità.
Quando siete pronti vi invito ad aprire gli occhi, se li tenevate chiusi, o semplicemente a
portare la vostra consapevolezza da questa meditazione formale a tutto il resto della
vostra giornata. Sin dall’inizio di queste meditazioni guidate vi ho esortato a fare buon uso
di questa pratica della Mindfulness, di questa sorta di ritiro di meditazione forzato, in modo
da portare la consapevolezza a tutte le vostre giornate ed estenderla poi a tutta la vita,
senza farci prendere dal dolore e dalla follia che anche solo ascoltare le notizie al
telegiornale comportano. Per fare un esempio sul giornale di ieri negli Stati Uniti c’era la
notizia che i produttori stanno scaricando milioni e milioni di litri di latte perché non
possono spedirlo altrove, e gli agricoltori stanno buttando via i raccolti perché non c’è
mercato, in quanto la catena degli approvvigionamenti è stata interrotta. E allo stesso
tempo ci sono milioni di persone affamate, senza lavoro, che non possono dare da
mangiare alle proprie famiglie… Quindi da un lato c’è tutto questo cibo che stiamo
letteralmente buttando via, e dall’altro milioni di persone affamate… Abbiamo necessità di
riportare la consapevolezza e la sanità mentale nelle nostre vite, in modo che questa
pandemia possa effettivamente condurci ad un cambiamento. Riconoscendo che al
mondo ci sono gruppi di persone che soffrono di più rispetto ad altre, che è arrivato il
momento di risvegliarci, di cercare di tornare ad un’economia che metta al centro il lavoro,
in modo che tutti possano prendersi cura l’uno dell’altro, al posto dell’attuale economia
incentrata su noi stessi, i nostri impulsi, le nostre necessità.
Adriana – Brasile: Ciao Jon, la mia domanda è questa: io ho molti problemi con i miei pensieri soprattutto quando cerco di controllarli e di non pensare. Ho anche avuto il coronavirus e questo ha
aggravato le mie preoccupazioni.
Jon Kabat-Zinn: Innanzitutto se hai avuto il coronavirus vorrei chiederti come ti senti adesso? Sono felice di sapere che adesso stai meglio. Per quanto riguarda la tua domanda, la mia risposta è che fino a quando cercherai di controllare i tuoi pensieri creerai solo le basi per costruirti un inferno, perché i pensieri non possono essere semplicemente controllati, sono come una cascata, e come sai non si può controllare una cascata. Al contrario dovresti provare a stendere un tappeto di benvenuto per tutto ciò che arriva, lasciarli andare e venire come nuvole nel cielo. È questo che noi chiamiamo Mindfulness, e per fare ciò c’è bisogno di coltivare la pratica nel tempo. Ovviamente per te che hai avuto il coronavirus la mente sarà affollata da mille pensieri, sarà di certo andata qua e là, ma anche se non fossi stata malata avresti avuto comunque difficoltà a stare con i tuoi pensieri. Considera che la maggior parte delle persone durante la propria vita non riesce mai a trovare una dimensione di sanità e di guarigione, pertanto il mio consiglio è di fare amicizia con i pensieri. Non puoi fermare la cascata della tua mente, ma puoi fare un passo indietro e cercare una grotta, un rifugio asciutto da cui poter guardare la cascata mentre ti senti al sicuro, anche solo per la durata di un'inspirazione e di una espirazione, anche solo per il tempo di un respiro, e certamente la cascata ti trascinerà continuamente con se’, e tu
dovrai tornare indietro ogni volta, esercitando il muscolo della consapevolezza per settimane, mesi, anni.
Adriana: Grazie per la tua risposta. Ho anche una domanda sulla meditazione. Ho notato che le registrazioni della pratica che hai effettuato per lo UMass Medical Center durano 45 minuti e volevo capire se hai previsto che la durata di ciascuna meditazione debba essere sempre di quel periodo di tempo.
Jon Kabat-Zinn:Beh è una domanda molto interessante e vorrei dare una spiegazione anche per tutti gli altri qui presenti. All’inizio, quando ho registrato per le prime volte i nastri per l’MBSR presso lo UMass Medical Center ho voluto che fossero di 45 minuti perché dopo solo 15 o 20 minuti le persone potevano sentirsi già rilassate, potevano dire “oh, è meraviglioso!” Invece dopo 45 minuti il corpo incomincia ad essere impaziente, la mente comincia a vagare, ed è qui che, come si dice, la gomma incontra la strada in termini di pratica.
Quindi ciò non significa che bisogna praticare necessariamente per 45 minuti, però io ho creduto che fosse importante che le sessioni di meditazione avessero quella durata per le persone con gravi condizioni di dolore cronico, perché grazie a quella precisa durata loro potevano imparare a navigare concretamente le onde del dolore e della sofferenza.
Adriana: Sì Jon in effetti io sto esercitando la pratica da circa sei mesi in questo modo, perché ho
un dolore neuropatico al viso a causa del nervo trigemino.
Jon Kabat-Zinn:Mi spiace molto sentirlo e spero che tu non ti arrenda. Conosco persone che ad esempio hanno frequentato le mie prime lezioni di MBSR nel 1979 e nel 1980 e praticano ancora
da allora.
Pablo – Spagna: Grazie Jon per quello che stai facendo. La mia domanda riguarda la “paralisi del sonno”. Vorrei sapere se la meditazione e la consapevolezza possono aiutarmi con questo problema.
Jon Kabat-Zinn: Non so cosa sia la paralisi del sonno…
Pablo: È una condizione che si verifica quando sei nella fase R.E.M., quando stai dormendo e ti svegli ma non riesci a muoverti, e vieni colto da allucinazioni, da incubi molto realistici che provocano anche sensazioni fisiche, anche se in realtà sei sveglio e ti senti assolutamente paralizzato.
Jon Kabat-Zinn: Dunque, io non ho conoscenza di alcun genere riguardo a questo tuo problema, però è anche vero che durante la mia esperienza mi è capitato di insegnare la meditazione per patologie di cui non avevo alcuna conoscenza. Quello che posso suggerirti è di restare connesso con l’esperienza stessa, di sentire il tuo corpo durante la paralisi, perché durante la paralisi la tua situazione non è permanente. Quando sei paralizzato devi cercare di capire se riesci a sentire il tuo corpo, sei un pioniere in questo senso perché sei la prima persona che mi ha parlato di questo problema. Quindi la vera domanda, a cui tu puoi rispondere molto meglio di me, è cosa può fare la consapevolezza per aiutarti nella tua condizione. E ciò probabilmente potrà essere di enorme beneficio anche per tante altre persone che soffrono della stessa condizione. D’altronde qualsiasi altro aspetto della tua vita trarrà beneficio dalla Mindfulness, di conseguenza praticarla non può farti male.
Pablo: Avrei un’altra domanda riguardo ai cosiddetti “sogni lucidi” e su coloro che meditano
attivamente trasformando i loro sogni lucidi in meditazione.
Jon Kabat-Zinn: Ecco una cosa che non è nota a tutti. A questo proposito ti consiglio i libri di Alan Wallace, se lo cerchi su Google vedrai che ha scritto molti libri meravigliosi sulla meditazione buddista e la meditazione durante i sogni lucidi. Si tratta di una tradizione meditativa vecchia di migliaia di anni, ma è anche un argomento molto specifico, di cui poche persone sono realmente competenti.
Marzieh – Iran: Io sono iraniana, di Teheran, ma vivo in Italia. Sono circa 7/8 mesi che pratico e questo mi ha aiutato sicuramente molto ad affrontare la situazione che la nostra gente stava attraversando in Iran mentre io ero qui. Ogni giorno cerco di meditare per circa 40 minuti, ma spesso è come se mi sentissi persa, a volte mi sento delusa perché mi chiedo cosa sto facendo, come posso migliorare me stessa e la situazione solo attraverso la pratica.
Jon Kabat-Zinn: Benvenuta nel club! Perdersi è un’esperienza molto potente e uno dei nostri compiti è di portare la consapevolezza a questo senso di perdita. Questo cambia tutta la tua relazione con quell’esperienza. Se stai meditando da otto mesi e sei ancora qui ci deve essere qualche motivo, quindi chiediti qual è la parte di te che si è persa, quando ti senti persa, come fai a sapere cosa si è perso di te. E la prossima volta che ti senti persa puoi semplicemente aprirti alla consapevolezza. La scorsa settimana qualcuno proprio dall’Italia ha citato i primi versi della Divina Commedia di Dante Alighieri che inizia dicendo “nel mezzo del cammin di nostra vita….. ci siamo persi nell’oscurità” ed è effettivamente così, fa parte dell’essere umano perdersi, e certamente non è bello quello che succede quando ci sentiamo nel panico e pensiamo “mio Dio, mi sono perso!”. La mente è un posto molto complesso, ma quando ti aggrappi al tuo respiro puoi sapere che il tuo respiro non è perso, il tuo corpo non è perso, la maggior parte della tua mente stessa non è persa. Si tratta solo di un pensiero. Tra l’altro c’è un mio collega che vorrei salutare, di nome Amir Imani, un insegnante di MBSR a Teheran che lavora in ospedale e che sta facendo moltissimo al momento per portare la Mindfulness nella cultura iraniana. Un lavoro davvero impegnativo…
Marzieh: Quindi Jon tu credi che la pratica possa aiutarmi a risolvere questo problema?
Jon Kabat-Zinn: No, non puoi risolvere quel problema, ma il problema si dissolverà se tu continuerai a praticare. Se non capisci cosa ti sto dicendo non preoccuparti, semplicemente continua a praticare. Ma non provare a risolvere il problema, perché in sostanza stai semplicemente amplificandolo quello che tu pensi che sia un problema e che potrebbe invece non esserlo. Ad esempio i tuoi polmoni stanno bene, tu puoi respirare, non hai il coronavirus, i tuoi occhi funzionano, le tue orecchie funzionano, sai parlare l’inglese e il Farsi (la lingua persiana, ndr), probabilmente stai imparando l’italiano. Quindi presta attenzione a quanto realmente la mente sta creando dei problemi che in realtà non sono tali. Devi praticare come se fosse un’avventura, come se fosse una relazione amorosa, come se fosse una
sorta di esplorazione divertente. Sei libera di comprendere che a volte siamo bloccati nelle nostre narrazioni personali: la mia vita, il mio fallimento, il mio problema, trasformando tutto nella “mia storia”, quando tu sei molto più grande della tua storia. Si tratta semplicemente di un’illusione, una forma di sofferenza universale. Lo facciamo tutti, non solamente tu. Spero quindi che queste mie parole ti siano state utili.