Applicazioni Mindfulness per la depressione: mindfulness based cognitive therapy (MBCT)

Sviluppato all’inizio del terzo millennio, MBCT è un trattamento di elezione per la prevenzione delle ricadute nella Depressione Maggiore, indicato soprattutto per i casi di Depressione cronica (3 o più episodi nel corso della vita).
Gli autori del protocollo, Segal, Williams e Teasdale, hanno sviluppato il modello MBSR di Jon Kabat-Zinn, integrandolo con inteventi psicoeducativi disegnati su misura per i pazienti con depressione maggiore.

Obiettivi:
MBCT si propone di aiutare i pazienti a evitare il ripresentarsi di modalità di pensiero negative e fonte di sofferenza personale. Le persone con depressione tendono infatti, ciclicamente o a seguito di eventi di vita fonte di distress, ad attivare una modalità di pensiero ripetitiva e non risolutiva incentrata su tematiche legate alla propria sofferenza. Tale stile di pensiero passivo e ricorsivo, da alcuni autori chiamato “ruminazione depressiva” (Nolen-Hoeksema et al., 2008), è spesso incentrato sui sintomi della depressione (“perché mi sento così giù?”), sulle possibili cause (“come sono arrivato a ridurmi così?), significati (“sono un inetto, un fallito, un debole”) e conseguenze (“finirò isolato e sconfitto. Non ha senso vivere”) della depressione.
La ruminazione depressiva, ancorché fonte di sofferenza ulteriore per il paziente, si mantiene e, anzi, si autoalimenta pervicacemente a causa di diversi fattori interagenti. Innanzitutto, l’abitudine: la ruminazione è una vera e propria routine cognitiva che nel corso della vita è andata automatizzandosi; la tendenza, propria della maggior parte delle persone, a vivere con il “pilota automatico”, anziché con consapevolezza, rende stabile tale modalità (“non riesco a fare altrimenti”). Vi è poi da considerare un fattore particolarmente insidioso: il desiderio dominante di liberarsi dell’umore negativo e un forte attaccamento all’obiettivo di sentirsi felice. Entrambe queste motivazioni sembrano a prima vista legittime, ma l’intolleranza agli stati negativi conduce il paziente ad attivare meccanismi ruminativi con lo scopo impellente di uscire dalla depressione, conseguendo il risultato opposto: il perdurare e l’acuirsi della sofferenza. Infine, va considerata la tendenza dei depressi a monitorare costantemente il proprio stato attuale (sintomi fisici, livello di energia, qualità della vita lavorativa e sociale) confrontandolo con quello desiderato (“come sono caduto in basso. Non ce la farò mai a sollevarmi e a tornare come prima”)
L’obiettivo del MBCT è di aiutare i pazienti a non rimanere intrappolati in queste routine cognitive autoperpetuantesi. Per ottenere ciò, si invitano i pazienti ad impegnarsi nel coltivare la consapevolezza momento per momento (al posto del “pilota automatico” e del chiacchiericcio mentale) e l’accettazione benevola e autoindulgente di ciò che sta avvenendo in loro (piuttosto che il desiderio disperante e controproducente di liberarsi velocemente del dolore e il giudizio sferzante sulla propria incapacità di riuscirci).

Metodologia
I “principi attivi” del MBCT sono riassumibili in: meditazione, condivisione e psicoeducazione.
Come MBSR e come qualunque trattamento Mindfulness-Based, il cuore del programma MBCT consiste nell’esperienza diretta. Quindi, per gran parte il MBCT è dedicato a pratiche di meditazione formale: meditazione seduta (sul respiro, suoni, pensieri, emozioni, ecc.) e camminata. Tra i compiti a casa, viene assegnato un ruolo rilevante anche alla meditazione informale (consapevolezza del mangiare, bere, camminare, addormentarsi, ecc.).
La condivisione è un momento essenziale del programma. Oltre all’effetto normalizzante che può avere l’ascoltare le esperienze degli altri, i momenti di condivisione consentono ai terapeuti di esplorare in dettaglio l’esperienza vissuta dal paziente durante la meditazione. Un’indagine efficace, consente al praticante di identificare con chiarezza e profondità gli automatismi che sono alla base della propria sofferenza; inoltre, consente di massimizzare l’alleanza terapeutica e l’adesione al programma, affrontando immediatamente gli ostacoli che egli può incontrare durante la meditazione.
Infine, MBCT incorpora un intervento psicoeducativo, teso ad aiutare i pazienti a identificare con chiarezza il “territorio” della depressione (sintomi, semeiotica, vulnerabilità, ricadute, ecc.) oltre agli stili di vita insalubri e quelli salutari.
Modalità di svolgimento:
Otto lezioni settimanali più 4 sessioni di follow-up. Durata di ogni sessione: 2 ore/2 ore e ½
Colloquio individuale pre-gruppo con l’istruttore per spiegare, motivare e sottolineare l’impegno che sarà necessario
Fino a 12 partecipanti per classe
Assegnazione di compiti a casa, fino a un’ora al giorno, 6 giorni alla settimana – per lo più CD di pratica mindfulness + pratica per la generalizzazione
Tematizzazione delle sedute:
1ª: Il pilota automatico
2ª: Affrontare gli ostacoli
3ª: La consapevolezza del respiro
4ª: Essere presenti
5ª: Accettare, accogliere, lasciar essere
6ª: I pensieri non sono fatti
7ª: Come posso prendermi cura di me stesso nel modo migliore
8ª: Usare quanto si è appreso per affrontare gli stati dell’umore che si presenteranno in futuro
Nelle prime 4 sedute si apprendono le abilità di mindfulness di base (consapevolezza del respiro, corpo, pensieri, ecc.). Nella seconda parte del programma si conducono i partecipanti ad applicare la consapevolezza a dominii più ampi, agli stati mentali dolorosi e alla prevenzione delle ricadute.

Efficacia/efficienza
Per i pazienti più gravi (storia di > 3 episodi), MBCT dimezza le possibilità di ricaduta rispetto a trattamenti di routine (TR: 78% di ricadute; MBCT: 36% di ricadute)
MBCT, a differenza di altri trattamenti, è efficace anche in quei casi in cui la ricaduta si innesca a partire da sintomi somatici, autonomici (stanchezza, dolori, perdita di vigore, cefalea, ecc.)
Rispetto ad altri trattamenti, è altamente economica, in quanto si tratta di un approccio gruppale. Il tempo speso da ogni terapeuta in media per paziente è inferiore alle 5 ore.
Si riscontrano più alti livelli di coinvolgimento e soddisfazione dei partecipanti, rispetto ad altri trattamenti.

bibliografia
Ma SH, Teasdale JD (2004). Mindfulness-based cognitive therapy for depression: Replication and exploration of differential relapse prevention effects. J Cons and Clin Psych, 72, 31-40
Nolen-Hoeksema S, Wisco BE, Lyubomirsky S (2008). Rethinking Rumination. Perspectives On Psychological Science. Vol 3; n° 5
Segal ZJ, Williams MG, Teasdale JD (2002). Mindfulness. Al di là del pensiero, attraverso il pensiero. Ed. Bollati Boringhieri

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