Mindfulness: il segreto per trovare sollievo dall’odierno (inevitabile) stress può risiedere nell’antica pratica della presenza mentale (consapevolezza).
In tal senso non ci si riferisce più solo ad una pratica buddista o spirituale, ma ad alcune sue peculiari applicazioni in psicoterapia, nella medicina generale, nell’educazione, nelle aziende, nella formazione delle professioni di aiuto, ecc…
Jon Kabat-Zinn ha introdotto la mindfulness nella pratica della medicina occidentale moderna.
Nella sua definizione mindfulness è: “porre attenzione in modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente, e in modo non giudicante”.
La mindfulness, quindi, incarna una modalità di essere nutrita da una cura e un’attenzione non giudicante e non selettiva,nei confronti dei propri e altrui pensieri ed emozioni, momento dopo momento.
Questa peculiare modalità d’essere, che è al contempo un’attitudine relazionale, ha finito con l’influenzare in modo trasversale ai diversi orientamenti la clinica psicoterapeutica, ed è il nucleo fondante di specifiche modalità di intervento per specifici disturbi.
E’ scientificamente provato che la mindfulness è efficace:
• nel trattamento dei disturbi d’ansia e attacchi di panico, per la depressione e la suicidarietà, disturbo borderline di
personalità, disturbi da uso di sostanze, trauma e disturbo da stress post-traumatco, disturbo da deficit di attenzione
con iperattività, disturbi del sonno, disturbi dell’alimentazione, trattamento del dolore cronico e in oncologia
• per il rafforzamento del sistema immunitario.
Più recenti e controversi sono i risultati della sua efficacia per il trattamento del disturbo ossessivo compulsivo e nelle psicosi
La mindfulness è una forma di auto-consapevolezza che in semplici termini potremmo descrivere come “un modo di essere nel momento presente e di accettare le cose per quello che sono senza giudizio”.
Meditazione e mindfulness vanno di pari passo, e la pratica di uno rafforza l’altro. Ma a differenza di altre tecniche di rilassamento, la mindfulness può essere sviluppata e praticata anche (soprattutto) nelle situazioni di stress. Una maggiore consapevolezza, infatti, implica il rimanere attenti e rispondere in modo appropriato agli eventi che si susseguono, ma senza ricorrere al pilota automatico e reagire impulsivamente.
Che vuol dire spegnere il Pilota Automatico?
Nella maggior parte del tempo lasciamo che sia il “pilota automatico” a condurci. Le nostre menti sembrano avere una volontà propria. I pensieri vanno e vengono, un’idea incompiuta cede il posto ad un’altra sovrapponendosi in un flusso continuo di immagini, idee, ricordi e desideri. è come se non avessimo molta voce in capitolo su quali pensieri debbano risiedere nella nostra mente. Attraverso la consapevolezza è possibile “fare un passo indietro” e osservare questa intensa attività mentale e tutti i sentimenti e gli impulsi che essa provoca, cominciando lentamente a padroneggiarla. Il non etichettare o il non giudicare le persone e le esperienze libera dalla propria normale tendenza a reagire automaticamente ad essi. La pratica della presenza mentale disinnesca la nostra negatività, l’aggressività e le emozioni che ci agitano. Invece di reprimerle o indulgere in esse, qui è importante osservarle, ed pensieri, e tutto ciò che nasce con l’accettazione e la generosità, acquisiscono spazio e chiarezza. “Osservazione” è la parola chiave; coscientemente osservare i propri pensieri e sentimenti, piuttosto che nuotare in essi. Con il tempo e con la pratica si apre una nuova dimensione di libertà, di relax e quiete.